Stupisce e rincuora il fatto che Gaber sia riuscito ad anticipare i tempi, scrivendo la storia prim’ancora che questa fosse presente. Era capace di raccontare la realtà come pochi al mondo,
ma – allo stesso tempo – di andare oltre. In Far finta di essere sani tutto questo è ancora più evidente seguendo il filo rosso di canzoni e monologhi dalla tematica certa e forte e ci piace molto l’idea e la possibilità di raccontarlo oggi.
Gaber/Luporini sottolinea una certa incapacità di far convergere gli ideali con il vivere quotidiano, il personale con il politico. Il signor G vive, nello stesso momento, la voglia di essere una cosa e
l’impossibilità di esserla. É forte, molto forte lo slancio utopistico.